24 Apr MAIONESE, KETCHUP O SALSA DI SOIA
Noah e Élianor si incontrano a scuola.
Lei è nuova, all’apparenza un po’ originale, sicuramente molto timida e riservata.
Viene subito presa di mira dai compagni, che non la vogliono vicino: ci sono Mireille e le sue amiche, che l’hanno accolta con espressioni di disgusto, e poi ci sono i compagni che “puzzano di imbecillità”, come dice Noah, e fanno commenti solo per il gusto di farli.
Poi c’è Noah, lui sente qualcosa, una sensazione che lo porta ad andare verso Élianor.
Qualcosa li avvicina, un’alchimia che si deve rivelare.
Noah fa delle ricerche e scopre che “Ogni persona ha un odore, come una nuvoletta che ci avvolge. Ci avviciniamo a qualcuno e, oplà, le nuvolette si incontrano… Ci parliamo così, con il corpo, senza saperlo. Ci raccontiamo chi siamo. Andiamo subito d’accordo o proviamo subito antipatia… cosa mi racconta dunque la nuvoletta di Élianor quando le vado vicino?”.
Noah ha perso il padre in circostanze improvvise e questo ha lasciato in lui una profonda rabbia e nella madre uno sguardo di profonda malinconia; Élianor ha visto la madre morire lentamente, accudita da suo padre che ora come lavoro fa il guru.
Ma non c’è solo questo.
Sia Noah che Élianor sanno stare in ascolto, sanno ragionare con la propria testa, sanno superare le convenzioni, caratteristiche non così sviluppate nei loro coetanei dodicenni.
Noah si impegna davvero per costruire una amicizia sincera con Élianor, ma per lui non è sempre tutto chiaro.
Élianor è vegana e il pomeriggio che Noah viene catapultato a casa sua – mentre scappavano da Sylvester, il bullo peggiore che si possa incontrare – si ritrova a fare merenda con “pane preistorico, coperto di un impasto misterioso, che aveva l’odore del fieno falciato” e latte di soia.
Quando Noah cerca di ricambiare e la invita a casa sua, Élianor si limita a bere un bicchiere d’acqua, rifiutando le fette di brioche con la nutella, biscotti e bibite di vario tipo. Non tocca nulla.
Noah è furioso.
Si scatena una lite a colpi di parole che feriscono, che oscurano in pochi secondi una bella amicizia.
Ma Noah tiene molto a Élianor e farà di tutto per riconquistare la sua fiducia.
Il finale è perfetto, messo lì a ricordarci (e a ricordare a Noah) che se rimaniamo fedeli a noi stessi le cose, con molte probabilità, faranno il loro corso, che la vita può prendere la giusta direzione e farci sentire felici e ottimisti verso il futuro, che i pensieri che ci preoccupano possono pian piano diventare impalpabili e dissolversi nei sorrisi delle persone vicine a noi.
La scrittura di Gaia Guasti è brillante, coinvolgente, ironica, si dipana con un ritmo narrativo che non spreca le parole ma le dosa con grande sensibilità e discrezione, togliendo ogni distacco tra il lettore e le vicende narrate.
Maionese, ketchup o latte di soia, Gaia Guasti, Camelozampa, 2016
consigliato dagli 11 anni
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