11 Mag LA LEGGE DEL SOGNATORE
Se non avete mai guardato un film di Fellini perché “quel tipo di cinema non fa per voi”, e non avete alcun trasporto verso la possibilità di recuperare, non leggete questo libro.
Un libro che, se da un lato è un’ode al sogno, dall’altro è una dichiarazione d’amore al cinema di Federico Fellini.
E come nei film di Fellini c’è tanta vita, c’è una carrellata di personaggi che entrano in scena a definire la dimensione onirica e quella della realtà, c’è un “surreale” così vicino al reale da incantarci e farci desiderare di farne parte.
È una narrazione labirintica e allo stesso tempo nitida e incalzante, la curiosità è continuamente sollecitata e il lettore si lascia trasportare con fiducia.
Sogno e realtà si susseguono, dialogano e si fanno l’occhiolino.
Daniel Pennac ci regala un sapiente lavoro narrativo, sa “ingannarci” e riportarci sulla giusta strada per poi sorprenderci nuovamente.
Non mancano gli effetti speciali, l’inaspettato è dietro ad ogni pagina.
La storia si sviluppa in un arco temporale ampio. All’inizio del libro vediamo Pennac bambino vivere un sogno cinematografico nel quale, in piena notte, si accorge di essere rimasto solo in casa e che le fonti di energia elettrica dentro e fuori casa perdono un liquido luminoso che sta invadendo la città…un sogno ricco di dettagli che ritorneranno anche in età adulta. E così Pennac continua a guidarci nel suo mondo onirico, questa volta di adulto, un adulto che pian piano scopre le radici di questi sogni e il loro legame con lo scorrere della vita.
Ma dove finisce il sogno e inizia la realtà?
Fellini diceva:
Verso i sei, sette anni ero convinto che ci fossero due vite, una con gli occhi aperti e l’altra con gli occhi chiusi.
Età: per ragazzi e adulti
La legge del sognatore, Daniel Pennac, Feltrinelli